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Noah - Sebastian Fitzek


Titolo: Noah

Autore: Sebastian Fitzek 

Editore: Einaudi

Anno di pubblicazione: 2014

Pag.: 534

RECENSIONE:

Per leggere questo libro sono andata contro uno dei miei più grandi "credo" in ambito letterario: leggere i libri di un autore in ordine cronologico. Essendo un romanzo singolo però mi sono sentita meno in colpa! Non so quanti conoscano questo titolo, ma chi di voi ci segue assiduamente sa sicuramente che Sebastian Fitzek è uno dei miei, nostri, autori di psico-thriller preferiti, che più rappresenta quello che noi ci aspettiamo da questo genere.  Abbandoniamo ospedali psichiatrici, patologie psicologiche, spietati criminali e serial killer a cui Fitzek ci ha abituati, e addentriamoci nei bassifondi berlinesi, a conoscere un uomo. Un uomo che però non conosce nulla di se stesso e si ritrova nella condizione di barbone senza sapere perché, senza ricordare il suo nome, da dove viene, quanti anni ha e cosa fa nella vita. L'unico indizio è un nome tatuato sul palmo della sua mano: "Noah". Mentre nel mondo la febbre filippina sta terrorizzando le persone, Noah ha un unico obiettivo, quello di capire chi sia veramente. Un'impresa che lo porterà a vivere un incubo  perché qualcuno lo sta cercando con l'intenzione di ucciderlo. Ma chi? E soprattutto perché lo vuole morto? "Era depositario di informazioni segrete delle quali non si ricordava minimamente. Informazioni per le quali valeva la pena uccidere." Una trama complessa che si svolge tra le Filippine, Berlino, Stati uniti, Amsterdam e successivamente anche in italia, coinvolgendo molte persone sparse per il pianeta, in cui non mancano i colpi di scena. Un libro che ha fusi in sè molti particolari del thriller d'azione, lo spy thriller e il thriller cospirativo, ma senza dimenticare l'origine dell'autore, ovvero l'elemento psicologico che mi ha fatto innamorare del suo stile. Buoni e cattivi si confondono, si mescolano, e fino all'ultimo non si sa da che parte stare. Fitzek inoltre ci apre gli occhi verso alcune tematiche importanti ma sottovalutate, omesse e trascurate. Parte dalla teoria del complotto delle scie chimiche, arrivando ai problemi di sovraffollamento nel mondo già affrontati da autori come Dan Brown, alla fame che colpisce i paesi più poveri, al governo che vuole ridurci in una gigantesca massa dagli occhi coperti per nascondere i loro sotterfugi. E la sensazione di stranezza interiore che lascia con l'amaro in bocca non vi abbandonerà facilmente una volta terminata la lettura. Tanta stima per Sebastian Fitzek non solo come grande inventore di storie, ma per la scelta di mettersi in gioco, di dire la sua e di esporsi nella postfazione di "Noah", in cui riflette e fa riflettere su questioni chiare a tutti ma su cui facciamo finta di niente. Un giorno vorrei stringergli la mano. Bravo Fitzek! 


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