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La figlia sbagliata - Jeffery Deaver


Titolo: La figlia sbagliata

Autore: Jeffery Deaver

Editore: Rizzoli

Pag.: 358

Anno di edizione: 2010

RECENSIONE:

La rubrica "Leggiamo insieme" ha avuto un ospite speciale per il mese di aprile: Jeffery Deaver, autore che apprezziamo molto, con il romanzo "La figlia sbagliata".

Megan è una ragazzina difficile, dal carattere ribelle e scontroso. I suoi genitori, divorziati da molti anni, hanno sempre avuto cose più importanti di cui occuparsi, e Megan rappresentava un peso più che una fonte di gioia.

L'unico che sembra avere a cuore Megan, è il dottor Peters, suo psicologo, che riesce a capirla e ad abbattere le barriere del suo carattere.

Il giorno in cui Megan scompare tutto cambia, perché Megan non è scappata, ma è stata rapita per una ragione ben precisa.

La carica emotiva del romanzo è il centro di tutto. Abbiamo una chiara descrizione di quello che provano i protagonisti. Megan è arrabbiata, è tutta colpa dei suoi genitori se lei è quello che è diventata. Ma allo stesso tempo la speranza che siano proprio loro a ritrovarla non la abbandona mai.

Bett e Tate, i genitori, quei genitori che l'hanno sempre trascurata per un'udienza importante o per il fidanzato di turno, l'hanno fatta crescere da sola, e adesso farebbero l'impossibile per trovarla.

Viene quasi da arrabbiarsi con loro! Nel romanzo Deaver vuole chiaramente riportare l'esempio, estremizzato, di tutte quelle situazioni in cui abbiamo sottomano la cosa più importante al mondo, e non rendendocene conto la trascuriamo.

La figura del rapitore, uno psicopatico di cui non si capiscono le ragioni fino alla fine, rappresenta la causa della perdita della figlia, ma anche la presa di coscienza di quanto sia fondamentale per loro.

Lo ammettiamo, per esserci la firma di Jeffery Deaver ci aspettavamo un thriller mozzafiato, di quelli carichi di tensione, che sai che non ti deluderanno.

In realtà tutto è abbastanza prevedibile. L'indagine viene messa in secondo piano, e le dinamiche familiari vengono raccontate profondamente. La caratteristica dell'autore è quella di svelarci piano piano i personaggi, che sono esseri umani, con grandi scheletri nell'armadio, a cui si vuole quasi impartire una lezione. Grazie a piccoli elementi e indizi inseriti piano piano, si ha comunque la curiosità di proseguire e scoprirli sempre di più.

Un thriller per chi ha voglia di una lettura intensa emotivamente, ma allo stesso tempo poco impegnativa!

Recensione del libro “La figlia sbagliata”, di J. Deaver, a cura di De Feo L.

Recensione:

Il romanzo si può racchiudere nella frase: “il potere delle parole” – è un thriller davvero adrenalinico (come viene definito dal Pubblisher weekly), fin dalle prime pagine ti coinvolge e ti rende difficile smettere di leggerlo. È un romanzo che analizza in maniera cruda come le relazioni che intessiamo dipendano da quanto e come dialoghiamo. Il potere della comunicazione come quello delle parole è a volte troppo sottovalutato – le parole sono davvero un’arma pericolosa, dobbiamo ponderare e soppesare con attenzione quello che diciamo e soprattutto con chi parliamo. Il romanzo prende vita quando Megan viene rapita dal suo terapeuta – il perché inizialmente ignoto prenderà pian piano vita, e questo avvenimento rimette “insieme” i suoi genitori divorziati, che seppur impegnati nelle loro vite in cui si sono rifugiati, per un segreto che hanno strenuamente nascosto – trovano un punto in comune: ritrovare la loro figlia. Nel mentre si conosce a fondo la personalità paranoide del terapeuta che si rivela essere un lucidissimo assassino in grado di manipolare le menti delle persone che lo circondano, grazie ai suoi pregressi studi medici ma anche grazie alla sua oratoria. Tra segreti, morti inspiegate, coincidenze strane – il libro giunge ad un finale non del tutto scontato e piacevole. Come sosteneva il grandissimo Freud: Le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, […] con le parole l’oratore trascina l’uditorio con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente.

Voto oggettivo: 5/5

Considerando capacità di lettura, coinvolgimento e interesse.

Voto soggettivo: 4/5

Considerando aspetti e gusti personali.


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