La guardarobiera - Patrick McGrath
Buongiorno amici!
Oggi è il 31 dicembre, e noi salutiamo il 2017 con la recensione del libro del mese della rubrica Leggiamo Insieme! Patrick McGrath è un autore che apprezziamo molto, e non poteva mancare la lettura del suo ultimo romanzo: La giardarobiera. È stata un'ottima compagnia, e qui di seguito riportiamo la nostra recensione, e quella di Luca De Feo, una recensione ricca, che offre molti spunti di riflessione. Buona lettura, e buon ultimo giorno dell'anno a tutti!
La nostra recensione:
Ambientato in una londra del secondo dopoguerra, La guardarobiera racchiude tutti gli elementi unici che ritroviamo nei romanzi di McGrath, e che rendono incomparabile lo stile dell'autore: follia, amore e disperazione. È il 1947, ed è una tragedia per tutti i londinesi quando Gricey, attore di teatro molto amato, muore inaspettatamente. Ma è soprattutto per Vera, la figlia, e per Joan, la moglie, il vero vuoto lasciato da Gricey. Dopo la morte del marito, Joan cerca di rifarsi una vita, non riuscendo però del tutto a distaccarsi dal defunto marito. Lui è sempre presente, tanto che Joan inizia a sentire dalle voci che appartengono a Gricey. Joan, grazie a una spilletta che trova nel guardaroba del marito, inizia a scoprire dettagli della sua vita di cui non era a conoscenza. Egli apparteneva infatti a gruppo di fascisti convinti. Joan conosceva veramente l'uomo di cui era innamorata? Quando Joan e Vera assistono allo spettacolo teatrale in cui avrebbe dovuto recitare il marito, per la vedova è un vero e proprio shock vedere l'attore che interpreta il personaggio che avrebbe dovuto interpretare il marito: Frank Stone è identico a lui, nei movimenti, nell'intonazione, e nell'aspetto. Da quel momento Joan farà di tutto pur di rendere Frank a immagine e somiglianza di Grice. Inizia una relazione segreta e morbosa tra i due e Frank diventa in poco tempo il centro del mondo per Joan: "Frank stone aveva reso il mondo di nuovo tollerabile. Era forte in Joan il sospetto che senza di lui sarebbe affondata." Il romanzo procede inizialmente molto lentamente nella descrizione della disperazione che sta vivendo la protagonista: l'uomo della sua vita non c'e piu, l'unico suo grande amore, e lei è disposta a tutto pur di risentire di nuovo la sua voce. La sua frustrazione è tangibile e l'unico spiraglio di luce, l'unica speranza, è proprio quell'uomo che è così simile al suo Gricey.
Lo sfondo e l'ambientazione della storia sono gli anni dopo la seconda guerra mondiale. Anni in lui gli ebrei venivano perseguitati, e per Joan, essendo ebrea, la delusione più grande è proprio quella di scoprire la natura fascista del marito. È un romanzo profondo, in cui l'autore ci fa assistere a un lento decadimento della protagonista, un gruaduale sgretolamento della sua anima, fino ad un finale commovente. E se per Joan la vita è una lenta discesa verso la pazzia, per la figlia Vera il percorso è inverso. Diventa una persona responsabile, adulta, e di grande successo grazie alla carriera in ascesa da attrice. Due donne diverse, accomunate da un grande dolore. Nonostante non sia, a nostro parere, all'altezza di altri suoi romanzi, ancora una volta McGrath ci fa viaggiare all'interno della mente umana, facendoci assistere come sempre, alla trasformazione dei suoi personaggi. Nel creare protagonisti particolari e a tutto tondo McGrath è un maestro. Un libro sicuramente consigliato! Recensione del libro “La Guardobiera”, di P. McGrath 2017, a cura di De Feo L. Durante il periodo post-guerra, siamo nel 1947, Joan Grice perde suo marito, Gricey, rinomato attore di teatro, sua colonna portante. Gricey era famoso non solo per la sua capacità interpretativa teatrale che gli aveva permesso di solcare i teatri di mezza Inghilterra, ma anche per la sua verve, riusciva ad attirare sempre l’attenzione su di sé e a portare chiunque nel suo meraviglioso mondo. Joan è una rinomata sarta di teatro, si occupa di curare l’aspetto degli attori, di rattoppare ciò che è bucato e ricucire ciò che è sleso. La perdita del marito confina Joan in una profonda crisi esistenziale, che sembra risolversi quando incontra il giovane Frank Stone, attore in erba che interpreta il ruolo del marito in una recita teatrale. Joan rivede in questo ragazzo l’incarnazione del marito, Frank si muove, parla come Gricey – è lui. Joan inizia a regalare a Frank i vestiti che erano stati del marito, e ogni qualvolta glieli vede indosso, rivede il marito defunto. Pian piano i due personaggi si avvicineranno anche sentimentalmente e fisicamente – nel frattempo Joan è preoccupata per la figlia Vera, che da dopo il lutto non dorme più col marito Julius. Vera, è anche lei attrice di teatro, in cerca della sua grande occasione. La storia cambia radicalmente quando Joan scopre un particolare scabroso e orribile del marito – tale scoperta la getta nello sconforto e in una sorta di distorsione della realtà. Joan, si avvicina al cognato, con cui non aveva mai avuto un bel rapporto, e alla sua amica Gustl, un’ebrea sfuggita alla Shoa. Joan si rende conto che suo marito era un ipocrita, ha sempre indossato una maschera, per tutta la sua vita aveva recitato una parte – e lei non se ne era mai accorta. Joan inizia ad avere allucinazioni visive e uditive, sente la voce del marito provenire dal guardaroba – e lo vede a teatro durante la prima, in cui Vera recita la protagonista, ricevendo il plauso della critica più agguerrita. Joan sempre più sola con le sue maschere, i vestiti del marito, i suoi segreti – precipita sempre più nell’oblio della follia, fino a compiere gesti estremi. Il finale si presenta tragico, catartico ma allo stesso tempo emblematico e provocatorio. Commento: Il libro si presenta come un romanzo storico, in cui vengono descritti dettagliatamente zone della Londra del dopoguerra, ricca di rovine e piena di ferite, dovute ai bombardamenti. La trama inizialmente procede lenta, con pochi colpi di scena e qualche risvolto scontato – poi nel momento della rivelazione del tremendo segreto nascosto per anni dal marito, la storia si infittisce di colpi di scena, diviene accattivante e ti entra dentro. Joan incarna la donna afflitta dal lutto del marito, ricca di un amore senza confini, che si infrange, si lacera venendo a conoscenza del fatto che l’uomo che pensava di conoscere, in realtà aveva sempre e solo recitato un parte. Questa consapevolezza la getta nella più pura follia, in cui si scontrano la volontà di non riconoscere la verità e il voler mantenere integro il ricordo e la persona di cui si era innamorata. A volte ci innamoriamo di un ideale, di un aspetto, di un particolare e ci costruiamo intorno il nostro amore, dimenticandoci di vedere tutto il resto – poi improvvisamente la vita ci apre gli occhi, mostrandoci tutto quello che non abbiamo voluto o non siamo riusciti a vedere. Nella vita penso che siamo un po’ tutti attori, a volte indossiamo una maschera per proteggerci, per non mostrare una parte di noi stessi al mondo – oppure perché è più facile essere qualcun altro, perché non siamo adatti, non rientriamo in nessuna categoria sociale. Dovremmo renderci conto che essere se stessi è il regalo più grande che possiamo farci e fare a tutti coloro che ci circondano, perché ci circonderemo solo di persone che a loro volta non recitano. Purtroppo essere se stessi a volte non è semplice, quindi dobbiamo vestire i panni del bravo e diligente lavoratore, del benevolo e generoso genitore, del rispettoso e obbediente figlio – mentre a volte dovremmo solamente esprimere i nostri pensieri per quelli che sono, sempre nel pieno rispetto delle idee altrui, ciò non significa essere accondiscendenti, significa essere diplomatici ma diretti, senza cadere nella volgarità e arroganza. Questo libro dimostra anche che bisogna esternare i propri sentimenti, i propri dubbi interiori, le proprie ansie – perché col tempo si accumulano e hanno effetti deleteri non solo a livello psicologico ma anche a livello fisico. Purtroppo, nel mondo di oggi è sempre più difficile trovare qualcuno disposto ad ascoltarci – questa è la storia di una donna che si era costruito un mondo incantato ma che purtroppo si è rivelato essere soltanto una fiaba come tante altre. Voto oggettivo: 4/5 Considerando capacità di lettura, coinvolgimento e interesse. Voto soggettivo: 4/5 Considerando aspetti e gusti personali.