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In buona fede - Scott Pratt

Titolo: In buona fede

Autore: Scott Pratt

Editore: TimeCrine Fanucci

Anno di pubblicazione: 2017

Pag.: 280

RECENSIONE:

Il 30 novembre è uscito in Italia, per la casa editrice TimeCrime il secondo capitolo della serie di Joe Dillard, l'abile avvocato difensore. In questa nuova avventura Dillard trascorre le sue giornate a casa, dopo aver abbandonato la sua professione per motivi personali. Sotto consiglio della sua amata moglie Caroline, però, Dillard riprende a lavorare come assistente procuratore. La sua carriera riprende subito in pieno e sotto l'occhio dei riflettori. Il caso che gli viene affidato infatti riguarda il massacro di un'intera famiglia composta da moglie e marito, e due figli piccoli. Chi ha potuto ridurre una famiglia così? Dillard si destreggia nelle aule di tribunale abilmente, oltre a seguire il caso del massacro infatti, ha in carico un processo per abusi sessuali ai danni di ragazze minorenni da parte del loro datore di lavoro. Il nostro protagonista è determinato e sfacciato nella sua vita lavorativa, ma nel privato è più delicato e vulnerabile. Il dramma che ha colpito la moglie, a cui è stato diagnosticato un tumore, fa crollare tutte le sue certezze. Sono sempre stati uno la roccia dell'altro e Dillard cerca di essere, per quanto possibile, una valida spalla, ma non sempre riesce. Sembra quasi che il lavoro diventi la sua valvola di sfogo per far fuoriuscire la rabbia che ha dentro. L'elemento che mi è piaciuto di più è stato l'ampio spazio dedicato al caso giudiziario, ma altrettanto alla vita personale del personaggio, abbiamo così modo di conoscere in tutte le sue sfaccettature Joe Dillard. La sua vita burrascosa e sempre movimentata non gli lasciano un attimo di respiro. Conosciamo i suoi rapporti interpersonali, e assistiamo alla nascita di una nuova complicità tra Dillard e il poliziotto Fraley. Non si tratta solo di un legal thriller. In questo romanzo c'è molto di più. Corruzione, dolore, sofferenza, sensibilità nel trattare un argomento delicato come il cancro e la violenza domestica. Le pagine in cui si racconta la malattia di Caroline sono commoventi (ammetto che mi è scesa una lacrimuccia), sensazione che non mi aspettavo di provare all'interno di un thriller. L'autore è stato bravissimo nel creare sensazioni forti a chi lo legge, nel bene e nel male. Svariati temi si alternano perfettamente, con una punta di paranormale che non stona, facendo risultare In buona fede un ottimo thriller. Aspettiamo con ansia la nuova avventura di Joe Dillard.

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