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Così crudele è la fine - Mirko Zilahy


Titolo: Così crudele è la fine 

Autore: Mirko Zilahy

Editore: Longanesi 

Anno di pubblicazione: 2018

Pag.: 418

RECENSIONE:

Roma, la città eterna, è lo scenario in cui opera uno spietato serial killer che uccide per una motivazione ben precisa. Paolo Tancredi, famoso pianista jazz, è solo la prima vittima ad essere ritrovata. Il commissario Enrico Mancini, l'abile profiler già conisciuto nei precedenti romanzi dell'autore, si metterà sulle tracce dell'assassino, impiegando tutte le proprie forze per scoprire non solo la sua identità, ma anche alcune sfumature della propria, aiutato dalla psicologa che lo ha in cura e dagli agenti che collaborano con lui. 

Terzo e ultimo capitolo della serie del commissario Mancini, "Cosi è la fine" è un thriller dalla trama complessa ma ben studiata. Si percepisce che la storia del commissario non ha le sue origini qui, ritroviamo infatti alcuni riferimenti a casi passati. Nonostante questo la storia può essere comunque letta indipendentemente dagli altri romanzi. Sullo sfondo del caso principale, si intrecciano le storie dei personaggi che lavorano con Mancini: Walter, Caterina, Giulia, non sono solo componenti di una squadra, ma sono diventati parte di una stessa famiglia, una famiglia la cui complicità è notevole. L'ambientazione, Roma, è molto suggestiva e con la sua storia secolare, è uno scenario perfetto per trame come questa, in cui simboli e leggende affiancano un grande tema, punto cruciale del romanzo, quello dell'identità. L'autore attorno alla ricerca della propria identità, del proprio posto nel mondo, costruisce una storia avvincente e ricca di svolte inaspettate. Alcune problematiche trattate inoltre sono ancora molto attuali e fanno risaltare situazioni quotidiane che si vivono a Roma  e in molte altre grandi città: la lotta agli stranieri, ai senzatetto, ai più deboli. Un titolo che rimanda al terribile modus operandi del serial killer, spietato e crudele, ma anche alla fine dei giochi per un grande personaggio, in gamba e scaltro, ma pieno di fragilità e sfumature oscure. Chi si è affezionato allo stile dell'autore, diretto e incisivo, e al personaggio di Mancini, non può assolutamente perdere la lettura di questo capitolo conclusivo! 

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